UMBRIEN, DIE KUNST UND "IL PERUGINO"
40 Jahre Städtepartnerschaft Perugia -Tübingen
Tübingen
GALERIE KÜNSTLERBUND E KULTURHALLE
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18.7. - 17.08.2024
» Artisti - Künstler «
"…wünschend durch Tugend zu einem gewissen Grad zu gelangen…”
Giorgio Vasari
Im Jahr, das den fünfhundertsten Todestag von Pietro Vannucci ( ‘Il Perugino’ ) feiert, sind zeitgenössische Künstler dazu aufgerufen, die Kunst des ‘göttlichen Malers’ zu interpretieren.".
In der Ausstellung sind die Künstler in drei Abschnitte unterteilt: Malerei, Skulptur und Fotografie, in denen das Werk von Vannucci durch den Stil und die Sprache jedes einzelnen Künstlers interpretiert wird.
Der Satz im Titel stammt aus dem Buch von Vasari über das Leben von Perugino. Obwohl Vasari nicht viel Gutes über den Künstler sagte, erkannte er trotzdem seine Fähigkeiten und Verdienste an.
Die Tugend, von der der Schriftsteller aus Arezzo sprach, ist auch heute noch der richtige Weg, um ein künstlerisches Werk zu schaffen, das dem Leben Sinn verleiht.
Eine Tugend, die die Suche nach Schönheit und das Prinzip der Einheit verkörpert.
Die Ausstellung gibt Raum für den persönlichen Stil jedes Künstlers, indem sie den Fokus auf die persönliche Bedeutung der einzelnen Werke legt.
So wurde ein Weg gestaltet, auf dem die Malerei von Perugino auf sehr unterschiedliche und manchmal überraschende Weise interpretiert wird.
Natürlich fehlen nicht die Verweise auf die Porträtkunst von Perugino, die unvermeidlichen Madonnen und Engel, deren Unterschied wirklich minimal ist, ebenso wie die Neigung zum Selbstporträt, das bei Perugino so modern wurde, dass es wie eine Vorwegnahme von Elementen der Pop Art wirkt.
Ein Beweis dafür ist die wiederholte Darstellung seines eigenen Gesichts.
Und heute möchten wir Perugino, der das Antlitz seiner Frau Chiara Fancelli feierte und uns dieses ätherisch wie eine zeitlose Ikone zurückgab, neben Andy Warhol stellen, der seine Marilyn als Modell nahm, auch wenn der moderne Künstler nicht an den umbrischen Meister dachte.
Das Werk von Perugino war gleichermaßen eine Hommage an die unsichtbare Seele der Natur, die durch die spirituelle Interpretation der Landschaft gefeiert und in dieser Ausstellung durch Abstraktion gewürdigt wird..
Landschaften mit unendlichen Horizonten oder blauen Ländern, wo das Licht des Trasimeno Sees strahlt.
Auch Elemente des reinen Symbolismus kommen zum Vorschein, insbesondere das Motiv des Rings, das eine Hommage an eines der Meisterwerke von Perugino, 'Die Vermählung der Jungfrau', darstellt. Gleichzeitig verweist es auf die Heiligkeit, erkennbar im Kreis als Symbol für die göttliche Vollkommenheit, die sich in den kosmischen Harmonien widerspiegelt und als Heiligenschein auf die Erde zurückkehrt.
Auch die Schlüssel sind ein Symbol, das in 'Die Schlüsselübergabe' in der Sixtinischen Kapelle erscheint, auf die sich 'Die Hochzeit' bezieht.
Es gibt zudem das Thema der Architektur, das in zahlreichen Werken zu finden ist: in den Tafeln des Oratoriums von San Bernardino, in den Fresken der Krieger im Collegio del Cambio und auch im San Sebastiano, das als weithin gefeiertes Modell für die Anhänger von Perugino diente und heute neu interpretiert wird.
Eine Ausstellung, die die Sprachen der Gegenwart durchdringt und zugleich einen Blick in die Vergangenheit wirft, im Bewusstsein, dass Perugino damals die Avantgarde war, das Höchste, dem man in einer Zeit, in der Götter wie Leonardo, Michelangelo und Raffael auf der Erde wandelten, nachstreben konnte.
Zwischen ihnen war jedoch Perugino kein Durchreisender: Er legte auch die Regeln für die neuen Sprachen fest.
Es ist bemerkenswert, dass das Jahr 1523 nicht nur das Jahr seines Todes war, sondern auch das eines anderen Giganten, Luca Signorelli. Zwei Zeitgenossen, die ihr ganzes Leben parallel verbrachten und von der Geschichte als Vorläufer der reifen Phase der Renaissance gefeiert wurden, in einem ewigen 'Kräftemessen', wo letztlich die Pracht der Kunst immer siegreich bleibt.
Das war die Zeit der Götter selbst, nämlich jener Künstler, die auch heute noch unerreichbar erscheinen in ihrer Fähigkeit, im direkten Kontakt mit den Materialien der Kunst das Unsichtbare in ideale Vollkommenheit zu verwandeln.
Diese 'Tugend' ermöglichte ihnen, einen Weg aufzuzeigen, dem auch heute noch jeder Künstler folgen muss, um zur Offenbarung der Schönheit zu gelangen.
Andrea Baffoni
Nach einer Reise durch die Dörfer Umbriens gelangt die Ausstellung im Juli 2024 nach Tübingen, anlässlich des vierzigjährigen Jubiläums der Städtepartnerschaft zwischen der deutschen Stadt und Perugia, in einem Klima des Austauschs und der Brüderlichkeit, das beide unterschiedlichen Orte und Kulturen vereint.
L’UMBRIA, L’ARTE E IL PERUGINO
"desiderando col mezzo della virtù
di pervenire a qualche grado"
Giorgio Vasari
Nell’anno che celebra il cinquecentenario della morte di Pietro Perugino, gli artisti contemporanei vengono chiamati ad interpretare l’arte del Divin pittore.
Gli artisti sono suddivisi in tre sezioni tra pittura, scultura e fotografia in cui l’opera del Vannucci è interpretata attraverso lo stile e il linguaggio di ogni singolo autore.
La frase scelta per il titolo è ripresa dall’incipit della vita di Perugino scritta da Vasari che, pur riservando all’artista parole non lusinghiere, seppe ugualmente riconoscergli capacità e meriti innegabili.
Quella virtù di cui lo scrittore aretino parlava, d’altra parte, è ancora oggi il mezzo da seguire per giungere ad un lavoro artistico capace di restituire senso all’esistenza stessa. Una virtù che è ricerca di bellezza e principio di unità.
La mostra lascia spazio allo stile personale di ogni artista concentrandosi nel significato intimo dei singoli lavori. Si è così determinato un percorso dove la pittura peruginesca è interpretata in modi assai diversi e talvolta sorprendenti.
Non mancano ovviamente i richiami alla ritrattistica peruginesca, alle immancabili madonne e angeli, la cui differenza è realmente minima così come, parimenti, l’inclinazione all’autoritratto, divenuto in Perugino qualcosa di così moderno da voler addirittura anticipare elementi di Pop art.
Prova ne è la ripetizione reiterata del proprio volto, e sebbene Andy Warhol non avesse in mente l’artista umbro, quando prendeva a modello la sua Marilyn, ci piace oggi pensare che similmente accadeva mezzo millennio fa quando Perugino celebrava il volto di Chiara Fancelli, sua moglie, restituendocela eterea come un’icona senza tempo.
L’opera di Perugino fu parimenti un tributo all’anima invisibile della natura, celebrata attraverso l’interpretazione spirituale del paesaggio che in questa mostra viene tributato per mezzo dell’astrazione. Scenari di orizzonti indefiniti o terre azzurre dove brilla la luce del Trasimeno.
Emergono anche elementi di puro simbolismo, in particolare il tema dell’anello, tributo a uno dei capolavori di Perugino, Lo sposalizio della Vergine, ma al tempo stesso un riferimento alla natura del sacro, identificabile nel cerchio come richiamo alla perfezione divina che si riverbera negli equilibri del cosmo per poi rientrare sulla Terra sotto forma di aureola. Ma anche le chiavi sono un simbolo, richiamate nel modello che proprio dello Sposalizio fu diretto precursore e cioè La consegna delle chiavi nella Cappella Sistina.
C’è inoltre il tema dell’architettura come ritroviamo in molte opere a partire dalla Tavolette di San Bernardino, dei guerrieri che incontriamo al Collegio del Cambio, fino al san Sebastiano, modello celebrato ampiamente dai seguaci di Perugino e oggi reinterpretato in chiave contemporanea.
Dunque una mostra che attraversa i linguaggi dell’oggi con uno sguardo al passato, nella consapevolezza che Perugino fu l’avanguardia di allora, il massimo a cui ambire nell’epoca dove gli Dèi camminavano sulla Terra: Leonardo, Michelangelo e Raffaello, ma tra essi, Perugino non fu di passaggio. Dettò altresì le regole per i nuovi linguaggi, ed è singolare pensare che il 1523 sia stato l’anno non solo della sua morte, ma anche quella di un altro gigante: Luca Signorelli. Due artisti coetanei e che vissero parallelamente tutta la loro vita, celebrati dalla storia come anticipatori della stagione più matura del Rinascimento in un eterno “braccio di ferro” dove a vincere resta pur sempre la magnificenza dell’arte.
Questo era il tempo degli Dèi, appunto, di artisti che ancora oggi appaiono inarrivabili per la capacità di operare in diretto contatto con le materie dell’arte tramutando l’invisibile nella perfezione ideale. Attraverso quella “virtù” che era e rimane ancora oggi il mezzo che ogni artista deve seguire per giungere alla rivelazione della bellezza.
Andrea Baffoni
Dopo aver attraversato i borghi dell’Umbria, la mostra arriva nel mese di luglio 2024 nella città di Tübingen, Germania, in occasione dei quaranta anni di gemellaggio tra la città tedesca e Perugia, in un clima di condivisione e fraternità che accomuna i due diversi luoghi e le due diverse culture.
Artisti / Künstler
Paolo Pasticci
Paolo Ficola
Walter Malagoli
Eleonora Pascai
Alberto Settimi
Carlo Settimi
Giuliano Tili
Simone Anticaglia
Romeo Battisti
Toni Bellucci
Corrado Belluomo
Sabrina Casciari
Luca Cerrao
Stefano Chiacchella
Teresa Chiaraluce
Chigusa Kuraishi
Andrea Dejana
Remo Giombini
MAMO
Francesco Pujia
Francesco Quintaliani
Ferruccio Ramadori
Pietro Ricci
Cristiano Schiavolini
Mario Sciarra
Claudio Solfiti
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Evento organizzato dall'Associazione
"La casa degli artisti di Perugia"